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POVERYINVIAGGIO IN MADAGASCAR

Nel 2018 abbiamo deciso di fare una vacanza di una settimana in Madagascar, più precisamente nell’isola di Nosy be, soggiornando in uno dei villaggi di Veratour e partecipando alle numerose escursioni che ci hanno permesso di visitare l’isola.

Abbiamo scelto questo posto perché ci incuriosivano sia le bellissime spiagge dell’isola, sia la scoperta della sua natura e dei  bellissimi animali che popolano l’isola.

Tra di questi i lemuri, che sono il simbolo del paese africano nel mondo.

INFORMAZIONI SUL MADAGASCAR

Isola ad est del continente africano, con capitale Antananarivo, conta una popolazione di circa 24 milioni di abitanti che parlano prevalentemente il francese e il malgascio, lingua ufficiale dell’isola.

Ha un fuso orario di 2 ore durante l’ora solare e di 1 durante l’ora legale.
Nell’Isola troviamo il 5% di tutte le specie animali e floreali conosciute nel mondo.

L’animale simbolo è il lemure, di cui si conoscono 300 specie (soltanto 3 diurne!), e solo uno di questi l’Indri, capace di sopravvivere e riprodursi solo in questo paese.

Vi sono anche altri animali importanti come il fossa, i camaleonti colorati, particolari insetti e d’inverno le balene megattere.

Tra le specie floreali troviamo i giganteschi baobab, numerose specie di orchidee e delle estese piantagioni di vaniglia. Da qui parte l’80% della produzione di vaniglia nel mondo.

A questo si aggiungono 5000 chilometri di spiagge, alcune di formazione calcarea, altre di sabbia che fanno prendere al paese il soprannome di “Isola Rossa”.

COSA SAPERE PRIMA DI ARRIVARE IN  MADAGASCAR

Prima di partire per il Madagascar, ricorda che nel paese non sono previste vaccinazioni per entrare a meno che non hai in previsione di fare escursioni nella foresta tropicale endemica.

La tassa d’ingresso e di uscita dal paese è da pagare in aeroporto, l’importo ammonta a 35 euro a persona.
La moneta locale è l’Ariary e 1 Euro vale circa 4000 Ariary.

Quando acquisterai i souvenir, soprattutto quelli intagliati in legno, dovrai farti rilasciare un timbro rosso dal negoziante per i controlli in Aeroporto;

il timbro identifica che il legno non proviene da riserve naturali dove non è possibile praticare la deforestazione. Ricorda che i souvenir vanno messi nel bagaglio in stiva, non in quello a mano.

Le strade asfaltate sono poche e non percorribili facilmente.

Meglio evitare gli spostamenti in autonomia, vi consiglio di prendere i taxi che sono molto economici o contattare degli autisti privati.

Portate sempre con voi dei piccoli oggetti come matite, palline e quaderni per i bambini del Madagascar; essendo la popolazione molto povera sconsiglio dolci e biscotti in quanto l’assistenza sanitaria è praticamente nulla nel paese.

Consumate sempre prodotti sigillati ed in ottimo stato, soprattutto per le bevande in quanto potresti avere dei problemi a livello gastro-intestinale.

Porta con te dei farmaci per le punture di insetti, degli antibiotici per la febbre, per lo stomaco e per eventuali dissenterie poiché il livello di sterilizzazione dei prodotti non è ai livello di quello dei paesi più evoluti.

IL NOSTRO ARRIVO NELL’ISOLA

Abbiamo scelto come base di partenza l’aeroporto di Milano Malpensa e abbiamo preso il volo della compagnia Neos.

Per percorrere gli 8350 chilometri che la separano dal Madagascar ci vogliono circa 10 ore ma, l’ottima assistenza della compagnia aerea, i sedili comodi e i pasti a bordo uniti a qualche film che abbiamo visto sull’aereo non ci hanno fatto annoiare per niente.

Abbiamo avuto la possibilità di guardare  qualche video che riguardava l’isola e preso qualche appunto interessante che poi racconteremo nell’itinerario delle escursioni.

Per la sistemazione abbiamo scelto il Veraclub Palm Beach & SPA, situato in una baia di sabbia nella località di Ambondrona, a circa 25km dall’aeroporto di Nosy Be, isola che si trova a Nord-Ovest del Madagascar.

Arrivati a Nosy Be  alle 7 del mattino ora locale, con un atterraggio spettacolare in quanto la pista sembra essere attaccata al mare, siamo scesi e abbiamo cominciato a prendere le misure con nuovo paese da scoprire.

Il clima è particolare, con una temperatura sui 25 gradi( noi siamo andati a settembre) e un’umidità elevatissima soprattutto nelle prime ore del mattino.

Dopo essere entrati in aeroporto per il visto (praticamente un capannone grande ma non estremamente per contenere tutti i passeggeri sull’aereo.) abbiamo cominciato a vedere alcune delle illogicità del paese.

Durante la fila pagare e far timbrare il visto, abbiamo ricevuto numerose richieste dal personale aeroportuale e dagli addetti alla sicurezza di una “mancia” per saltare la fila.

Io vi sconsiglio di dare mance in un paese dove la corruzione è praticamente all’ordine del giorno; meglio armarsi di grande pazienza e aspettare il proprio turno.

Effettuate le pratiche siamo andati a recuperare il bagaglio; anche qui sia il personale che scaricava i bagagli sia la polizia voleva la “mancia” per non aprire i bagagli ed effettuare i controlli.

Se non si hanno cose illegali nel bagaglio mentre declinare l’offerta e attendere che si spostino facendovi uscire tranquillamente.

Potrebbero volerci un paio d’ore ma lo spettacolo dell’isola vi ripagherà di queste noie burocratiche.

Siamo stati prelevati quindi dai pulmini del tour operator e portati tramite l’unica strada asfaltata dell’isola al villaggio.

Durante il tragitto abbiamo notato con molto stupore, un’estrema differenza rispetto alle condizioni di vita a cui siamo abituati nelle nostre case.

La condizione di vita delle persone è molto precaria, con la maggior parte delle abitazione costituite da capanne con tetti in plastica o lamiera, rialzate di 30 cm per non allagarsi durante le rarissime piogge.

Le poche case in muratura sono delle persone ricche e in corrispondenza dei loro portoni le strade erano asfaltate in modo ineccepibile.

Arrivando al villaggio siamo stati accolti da uno spettacolo di danza in abiti tradizionali e da un cocktail di benvenuto.

IL PRIMO GIORNO- organizzazione in villaggio delle escursioni

Sistemati i bagagli in camera, abbiamo pranzato seguendo tutte le raccomandazioni lette prima della partenza; nonostante il menu fosse internazionale abbiamo scelto di assaggiare la frutta tropicale biologica del Madagascar.

Abbiamo provato il Mango, il Mangostano (frutto simile al mango che cresce solo vicino all’equatore) e il Litchi, di cui il Madagascar è uno degli esportatori più importanti del mondo.

Dopo pranzo c’è stata una riunione di presentazione dei posti che avremmo potuto vedere nelle escursioni che ci ha dato modo di poter al meglio perfezionare l’itinerario che avevamo scritto prima della partenza.

Poi abbiamo fatto un giro a bordo piscina e attraverso il villaggio e ci siamo fermati a sorseggiare un cocktail  per sistemare i nostri appunti di viaggio.

Una delle pecche di questi villaggi è che pur dando un’infinità di servizi, hanno il Wi-fi che funziona pochissimo e solo in alcuni orari.

Ti consiglio di non fare nessun pacchetto con il tuo operatore telefonico perché troppo dispendioso, ma viverti al meglio la vacanza lasciando il telefono in camera e portarti dietro una macchina fotografica.

Nel tardo pomeriggio dopo l’ennesimo cocktail siamo andati a fare una passeggiata sulla spiaggia per poter prendere contatto anche con questo elemento.

La spiaggia, ovviamente attrezzata con ombrelloni e lettini, si estende per circa 1 km ed è soggetta al fenomeno delle maree durante la giornata, che lasciano intravedere ampie distese di arenile.

L’acqua è totalmente trasparente e il miglior momento per andare in spiaggia per chi non vuole stare in villaggio è al tramonto, quando dei panorami incantevoli disegnano il cielo.

In spiaggia potrai trovare tante famiglie locali che passeggiano mentre fanno ritorno a casa dopo aver lavorato nei villaggi o in locali nella zona; pochi hanno la macchina e molti vivono nelle capanne attorno ai grandi villaggi internazionali.

E’ ora di cena e come primo giorno abbiamo deciso di stare abbastanza leggeri prendendo solo del riso condito da pesce fresco e delle verdure.

Finito la cena ci siamo recati in reception per collegarci 10 minuti al Wi-fi, e abbiamo prenotato le escursioni che già dal giorno seguente dovevamo effettuare.

Quattro chiacchiere di conoscenza con persone che poi avremo visto anche al di fuori di questa vacanza e poi via a letto pronti alle escursioni del giorno successivo.

SECONDO GIORNO= L’ISOLA DI NOSY IRANJA

Il secondo giorno dopo un’ottima colazione, siamo partiti su una barca a motore per l’isola di Nosy Iranja.

Distante circa quaranta minuti di navigazione è soprannominata dagli abitanti l’isola più bella dell’Africa.

Durante la navigazione abbiamo appreso dalla guida che il Madagascar è un paese a maggioranza religiosa animista; essi si dividono in animalisti, vegetariani e vegani.
La minoranza è composta da islamici e cristiani.

Credono nella reincarnazione delle anime e portano nell’isola di Nosy Be un braccialetto d’argento che rappresenta la stirpe Sakalava, tribù sacra che abita da centinaia di anni il nord del Madagascar.

Composta da 2 isolotti, Nosy Iranja Be e Nosy Iranja Kely sono collegati in bassa marea da una lingua di sabbia lunga circa 2 km.

Arrivati a Nosy Iranja, siamo rimasti meravigliati da questa distesa di sabbia bianca senza eguali, con il colore dell’acqua turchese che fa riflettere i raggi del sole sullo scintillio del mare.

Il silenzio rotto solo dai versi degli uccelli selvatici o dalle onde del mare ci ha portati in un paradiso tanto desiderato.

Abbiamo passato un paio d’ore a rilassarci sulla spiaggia bianchissima e tra le conchiglie che qui facilmente puoi trovare sulla battigia.

E’ stato possibile anche arrivare all’isola che si trova di fronte collegata da una lingua di sabbia di circa 2 km.

Nosy Iranja Kely, questo è il nome dell’isola, è una proprietà privata, accessibile solamente con la bassa marea dove è presente un albergo di lusso.

Dietro l’albergo è possibile vedere una spiaggia dove le tartarughe depongono le loro uova, mentre nel tragitto potresti trovare numerosi pesci esotici, mante, razze e tartarughe marine.

Il pranzo lo abbiamo consumato dopo essere tornati nell’Isola di Nosy Iranja Be, direttamente sulla spiaggia in prossimità delle onde del mare.

I piatti principali sono stati il riso con i crostacei freschi e i pesci appena pescati. Un sapore delizioso e indimenticabile dato dalla freschezza dei piatti e delle materie prime dell’isola.

Dopo il pranzo ci siamo incamminati per un giro nell’isola attraverso il villaggio dei pescatori; qui abbiamo visto le loro case, i loro bellissimi animali da compagnia (soprattutto caprette e cani) e il modo in cui vivono.

Praticamente vivono di agricoltura e pesca, in modo sereno, dati i loro stupendi sorrisi.

Dopo una buona mezz’ora di cammino, siamo arrivati al Faro che domina dall’alto tutta l’isola.

Costruito per aiutare i pescatori e le barche a proteggersi dai numerosi tratti di barriera corallina, regala una vista mozzafiato su tutta la baia dell’isola.

Arrivarci non è facile quindi ti consiglio di portarti delle scarpette da tennis per la salita e la discesa.

Nel tardo pomeriggio siamo tornati in barca al villaggio, appena in tempo per una doccia e un aperitivo al tramonto malgascio.

Qua i colori del tramonto sono meravigliosi, il cielo e il mare si fondono come in una tavolozza.

Cena super meritata dopo questa giornata intensa in acqua e dopocena a parlare con i ragazzi che lavorano in villaggio per capire qualcosa in più sulle tradizioni malgasce.

TERZO GIORNO- DISCOVERY ISLAND

Il terzo giorno abbiamo deciso di partecipare ad un’escursione che ci ha permesso con una guida locale, di scoprire l’isola di Nosy Be e gli usi locali della popolazione.

Escursione divisa tra mattina e pomeriggio, con pranzo in villaggio per evitare qualsiasi problema di contaminazione dei cibi e dell’acqua, vista anche la mancanza di acqua potabile.

Al mattino abbiamo fatto un giro per la cittadina di Hellville, dove vive la maggioranza della popolazione.

Durante il tragitto che ci portava alla cittadina ci siamo fermati a comprare dei biscotti per i bambini in quanto appena fuori dalla cittadina di Hellville saremmo passati in un villaggio a regalare un sorriso a questi bambini.

Poi sul nostro canale Youtube troverai i video del nostro incontro con i bambini del Madagascar.

Abbiamo appreso parlando con la guida e visitando a piedi la cittadina  numerose informazioni riguardo la vita in Madagascar.

Per esempio che gli abitanti vivono con meno di un dollaro al giorno e che mangiano riso 3 volte al giorno.

Ci hanno fatto notare che per fare una foto bisogna chiedere il permesso perché per gli animisti la foto rovina l’anima.

Nonostante il cielo fosse un poco nuvoloso le ragazze dipingono e coprono parte del viso per proteggersi da raggi solari forti in prossimità dell’equatore.

Abbiamo visitato le loro case tipiche fatte da una pianta endemica, la palma del Madagascar; il 65% di esse non ha né luce né acqua.

L’accesso all’acqua e alla luce sono da fare con contratto privato e ai pozzi viene messo un lucchetto in quanto sono di proprietà delle multinazionali. Pensa che l’accesso all’acqua costa come mediamente 2 stipendi medi della popolazione malgascia.

I grossi problemi che si segnalano all’interno di queste comunità sono la corruzione e la distruzione della foresta di mangrovie, che sta portando all’estinzione delle specie animali e vegetali.

Di Hellville abbiamo visitato anche il mercato cittadino, dove ci hanno impressionato la quantità di carne venduta ma con scarse condizioni igieniche e una specie di granchio che fa capolino dalle grandi masse di fango che li ricopre.

Non abbiamo voluto approfondire la cosa e siamo usciti in breve tempo.

Dopo la visita di Hellville siamo andati a vedere le piantagioni di Ylang Ylang, la vaniglia del Madagascar.

Primo esportatore mondiale di vaniglia, il Madagascar purtroppo a causa della sua estrema povertà ha perso la proprietà di queste coltivazioni passato in mano a Cina e India.

I suoi fiori candidi inebriano l’aria con il loro profumo e danno una spettacolarità unica al paesaggio che li circonda.

E’ facile vedere numerosi camaleonti arrampicarsi tra gli arbusti dell’Ylang Ylang.

Come ultima cosa in mattinata siamo andati a vedere l’albero sacro ad Ambombilava, nell’entroterra.

L’albero sacro Mahatsinjo, si trova dentro una foresta di piante che gli abitanti chiamano “Banyan”.
L’albero è un’enorme ficus con rami immensi e lunghissimi che formano sopra di esso una cupola di circa 50 metri di diametro.

E’ il simbolo sacro della tribù Sakalava, etnia del nord del Madagascar.
Per entrare in quest’area sacra occorre entrare sempre come vogliono le tradizioni, cioè con il piede destro, ed uscire sempre con lo stesso.

Attorno alla vita per gli uomini un kitamby, un tipico abito malgascio e un copri spalle per le donne, il salovana.

Ci siamo addentrati tra i lunghi labirinti che hanno creato le radici di quest’albero e siamo arrivati al tronco originario contornato da tessuti bianchi e rossi, colori del popolo Sakalava, che rappresentano i due rami della famiglia reale.

Dopo un breve viaggio di ritorno, pranzo in villaggio a base di crostacei freschi e doccia rinfrescante prima di partire per il tour del pomeriggio.

I malgasci evitano di far partire i tour nelle prime ore del pomeriggio per evitare di girare sotto il sole caldo, almeno che non si tratti di escursione che portino al mare.

Al pomeriggio siamo partiti per vedere l’entroterra dell’isola e la cascata sacra di Ampasindava.

Dopo un’oretta di pulmino, tra le strade dissestate e la folta vegetazione, ci siamo fermati e abbiamo cominciato una breve passeggiata tra felci giganti e Ylang Ylang fino ad arrivare ad una meravigliosa cascata d’acqua dolce le cui acquee si riversano in un laghetto dove ci si può rinfrescare.

Considerato uno dei luoghi simbolo per la tribù Sakalava, nelle leggende si narra che bagnarsi nelle sue acque sia una sorta di benedizione.

Sarà un bellissimo premio rinfrescarsi in questo lago e nelle sue acque fresche e limpide o arrampicarsi e tuffarsi dalla sommità della cascata.

Ci siamo rivestiti e siamo andati nella spiaggia di Andilana, sede dell’omonimo villaggio Andilana Beach, per sorseggiare un aperitivo e fare un bagno nel mare turchese.

A noi è andata bene, perché il gioco delle maree ci ha permesso di fare un bagno in un acqua meravigliosa mentre ci preparavano un ottimo aperitivo a base di frutta.

Questo piccolo ristoro serve a riposare in attesa dell’ultima tappa della giornata, il Mont Passot.

Salendo sul pulmino, nel tragitto che ci porta ad ammirare il tramonto sul Mont Passot, abbiamo ammirato lo spettacolo della natura selvaggia ed incontaminata dell’isola fatta di risaie, villaggi rurali, canneti da zucchero e bananeti.

Durante il tragitto abbiamo fatto una sosta sulle sponde di uno dei 12 laghetti sacri del Madagascar.

Un vero e proprio viaggio avventuroso per arrivare al monte e assaporare ogni aspetto della vita dei campi.

Sentire i profumi della natura immersi nella pace di un mondo a noi sconosciuto è una sensazione unica.

Il Mont Passot è il punto panoramico dell’isola con i suoi 329 metri di altitudine.

E’ un vulcano ormai estinto e prende il nome dal capitano della marina francese Passot che fu il promotore dell’annessione dell’isola di Nosy Be alla Francia nel 1841.

Salendo in una breve passeggiata abbiamo incontrato i fantastici lemuri e abbiamo avuto la fortuna di tenerli sulle spalle e farli salire sulla  testa mentre gli davamo da mangiare.

Per richiamarli abbiamo usato le parole “Maki Maki” che loro riconoscono come parola d’ordine per venire a prendere il cibo, così come suggerito dalle guide.

Dalla terrazza del Mont Passot, si gode di una vista spettacolare sull’Oceano Indiano e si possono vedere le isole circostanti.

L’atmosfera è unica mentre il sole tramonta: il rosso del sole si riflette sul mare e ti lascia senza fiato.

Dopo questo panorama mozzafiato abbiamo ripreso il pulmino e siamo tornati in albergo per cenare.

Abbiamo provato un nuovo piatto stasera, a base di carne di zebù. Animale allevato nell’isola, è uno dei bovini con la carne più prelibata.
E la cena è stata davvero ottima..

QUARTO GIORNO – LA RISERVA DI LOKOBE

Dopo la colazione, ci attrezziamo di pantaloni lunghi, scarpe da tennis e ricambio per il mare in uno zainetto e prendiamo il pulmino che ci hanno assegnato.

Oggi andremo alla scoperta della riserva di Lokobe, un universo incontaminato dove vivono numerose specie animali.

Dopo aver raggiunto in una mezz’ora il villaggio dei pescatori di Ampasipohy, villaggio tribale, saliamo sulle piroghe guidati dai ragazzi locali e da qui raggiungeremo la riserva di Lokobe.

La piroga scivola silenziosa e veloce nell’acqua come un filo d’olio, stabile nonostante la sua esile struttura in legno.

Abbiamo provato a pagaiare anche noi e ci siamo accorti di quanto sia difficile tenere il ritmo.


Durante la traversata abbiamo attraversato le mangrovie e osservato spiagge deserte, ammirato le palme sulle spiaggia e ci siamo accorti che eravamo in prossimità della riserva quando abbiamo incominciato a intravedere i primi alberi selvaggi della foresta.

Raggiungibile solo via mare appare in un silenzio irreale rotto solo dai versi dei lemuri.


Scendiamo dalle piroghe in una spiaggia popolata solo da qualche bambino e ci incamminiamo verso il villaggio dei pescatori, guidato dal capo tribale.

Qui posiamo i nostri zaini e attendiamo la guida che ci porterà all’interno del villaggio e poi all’ingresso della riserva.

Durante la nostra camminata all’interno del parco, non facile per le molteplici varietà di palme erami che ostacolano il nostro cammino, abbiamo cercato di scorgere tantissimi specie di animali, che si prendevano gioco di noi mimetizzandosi tra la vegetazione.


Siamo riusciti a vedere qualche bellissimo camaleonte, aiutati dalle guide.

Per i non esperti del luogo, questo animale è impossibile da vedere perché è perfettamente integrato con la natura stessa.


Poi attirati dalla guida siamo riusciti a interagire con i lemuri neri, che rappresenta una delle specie più rare del mondo animale.

Altri tipi di lemuri come quelli notturni e quello macaco sonnecchiavano tranquillamente in mezzo ai tronchi degli alberi neanche minimamente disturbati dalla nostra presenza.


Altri animali che abbiamo trovato sul nostro cammino sono un serpente gigantesco su un albero, dei bellissimi uccelli del paradiso e il camaleonte più piccolo del mondo che ho personalmente preso sul palmo della mano.


Inoltre siamo riusciti a fotografare dei gechi, un gigantesco ragno mentre per il mondo floreale abbiamo trovato alberi di ebano, buganvilles, banani , ficus e la palma del viaggiatore,usata per costruire le capanne dei villaggi.


E’ stato faticoso camminare all’interno della foresta, ma è stata un’esperienza unica e meravigliosa.

All’uscita della riserva abbiamo visitato il villaggio, visto le loro abitazioni e dato un’occhiata alle attività che fanno durante la loro giornata.


Essendo un villaggio abbastanza aperto ai turisti oltre all’allevamento di capre, galline e zebù e alla pesca, si sono specializzati nell’intagliare prodotti in legno che possono vendere ai turisti che vanno alla riserva.

La casa del capo villaggio e della sua famiglia, dove abbiamo pranzato è praticamente diversa dalle capanne precedenti.

Disposta su 2 piani, gode di ogni comfort quasi pari alle nostre case ed è costruita con un legno pregiato.


Qui i nostri cuochi hanno preparato un buonissimo pranzo usando la cucina del capo tribale a base di riso e pesce fresco.

Abbiamo chiacchierato con le guide e ci hanno spiegato come questi popoli che abitano le isolette vivono esclusivamente di pesca e turismo, non avendo mai lasciato l’isola del Madagascar.

Ci hanno fatto assaggiare il Rum fatto in casa alla vaniglia ed era ottimo. Ti consiglio di assaggiarlo se vieni in Madagascar.

Dopo pranzo bagno di rito e ritorno in piroga fino al villaggio di partenza, poiché dopo una determinata ora, verso il tramonto, la bassa marea non permette a nessuno di tornare alla terraferma.


Durante il viaggio di ritorno verso il villaggio abbiamo visto le fabbriche dove distillano la vaniglia e gli oleodotti. Uno delle attività principali della zona è costituita da questa filiera.


Ritorno in villaggio e serata malgascia con cena locale e spettacolo di balli tribali.

Ti consiglio di assaggiare il jack-fruit, un tipico frutto esotico dai profumi straordinari.

Siamo andati a dormire prestissimo sfiniti dalla giornata alla riserva  pronti per la giornata successiva.

QUINTO GIORNO – IL TOUR DELLE TRE ISOLE

Partenza in barca al mattino dopo la colazione, per la stupenda escursione che ci ha portato a scoprire 3 fantastiche isole.

Abbiamo preparato le pinne e la maschera perché faremo anche snorkeling.

La prima isola in cui ci siamo fermati è Nosy Komba, chiamata dai suoi abitanti Ampangorina.

Qui dopo essere scesi sulla spiaggia ci siamo inoltrati nel villaggio di pescatori ed anche avuto modo di poter comprare qualche pezzo d’artigianato locale.

Addentrandoci all’interno dell’isola con la guida, abbiamo avuto modo di giocare con i lemuri e poterli tenere sulla testa e sulle spalle.


Le loro manine sono morbide e delicate e quando ti guardano sembrano sorriderti.

Quello che avevo sempre visto e sognato nei documentari finalmente è diventato realtà…

Oltre ai lemuri, l’isola è popolata di testuggini e serpenti; anche con loro abbiamo giocato tenendoli in braccio.


Terminato il giro dell’isola abbiamo ripreso la barca e ci siamo diretti in direzione di Nosy Tanikely, sede del Parco Nazionale Marino.

Una veloce vestizione di pinne e maschere e ci siamo tuffati in mare…

Uno spettacolo unico ed irripetibile si è materializzato davanti ai nostri occhi…un’ora di nuoto in mezzo a tartarughe, pesci tropicali e coralli.


Ti racconto qualcosa in più che abbiamo appreso dalle guide su questo Parco marino.

Eccezionale per la biodiversità e con un’acqua trasparente da far vedere il fondale, l’isola di Tanikely detta isola della piccola terra, contiene al suo interno un’infinità di specie protette come tartarughe marine, razze, delfini e squali inoffensivi.

E’ uno dei parchi marini più importanti al mondo e per chi ha la passione dello snorkeling è quasi d’obbligo visitarlo.

E’ bellissimo anche il faro di quest’isola, che ti permetterà di vedere la foresta dei lemuri dall’alto e il fondale marino ricchissimo di pesci.

L’ultima isola che abbiamo visitato è quella di Nosy Sakatia, l’isola delle orchidee.

Le sue caratteristiche sono le incantevoli spiagge, gli uccelli rari e le piante endemiche.

Appena scesi dalla barca ci siamo gustati il pranzo in riva al mare composto da riso, pesce fresco, crostacei e un immancabile rum malgascio.

Avevamo 2 opzioni per il pomeriggio; visitare il villaggio di pescatori locale o fare il bagno e rilassarci su questa spiaggia incantevole.

Abbiamo scelto di sdraiarci sulla sabbia e goderci questo silenzio rotto soltanto dai versi dei lemuri e dalle onde del mare.

Ogni tanto qualche uccello coloratissimo faceva capolino vicino al nostro asciugamano e noi rimanevamo sempre meravigliati da quanto la natura possa sorprenderci.

Nel tardo pomeriggio siamo rientrati in barca al villaggio e abbiamo cenato stanchi dall’intensa giornata al mare.

SESTO GIORNO – TOTAL RELAX

In questa giornata ci siamo rilassati stando in spiaggia tutto il giorno in villaggio sdraiati al sole sul lettino.

Abbiamo avuto l’occasione per fare una breve passeggiata fuori dal villaggio visitando un’abitazione locale e guardando come si allevano gli zebù.

Nel pomeriggio inoltre abbiamo fatto un massaggio rilassante dopo questa settimana di escursioni.

Solito super aperitivo e ultima cena nel villaggio; il buffet era veramente ricco per l’occasione e ne abbiamo approfittato per assaggiare qualche piatto locale ed internazionale.

RITORNO A CASA

Con la partenza alle 12.00 per l’aeroporto ci siamo potuti godere solo una mattinata in piscina ma ne è valsa la pena.

Abbiamo preso l’aereo alle 16 e siamo arrivati a Milano Malpensa all’1 del mattino del giorno successivo.

Ne abbiamo approfittato per scrivere qualche appunto nel viaggio di ritorno e per vedere qualche film.

RIFLESSIONI SUL MADAGASCAR

Ci sono emozioni che nella vita ti lasciano il segno ed altre che sono passeggere.

…vengono e poi si perdono nella vita di tutti i giorni…

Questo è uno di quei viaggi che ti lasciano un ricordi indelebile.

Il Madagascar ti fa scoprire come usare in modo ottimale i 5 sensi: dalle profumate coltivazioni di vaniglia, agli assordanti vocii dei villaggi sovrapopolati, ai sapori speziati della cucina malgascia, agli incontri con i fastastici lemuri fino alla visione di spiagge paradisiache.

Ma quello che ti rimarrà dentro sarà la forte presa di coscienza incontrando le popolazioni locali.

Tornerai a casa cambiato, rendendoti conto che ci perdiamo nel futile e smarriamo il sorriso, quando dall’altra parte del mondo c’è chi sorride tutti i giorni pur non avendo nulla…

.
E’ un viaggio, un’esperienza che ti auguro di fare una volta nella vita e ti troverai sicuramente bene in un mondo che sembra estremamente diverso da quello in cui viviamo.

CALCOLO DELLE SPESE

Viaggio Pensione Completa con Veratour 1700 Euro

Escursioni 290 Euro

Extra e Souvenir 100 Euro

Totale 2090 Euro a persona

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2 commenti

my madagascar · Aprile 21, 2020 alle 2:54 pm

Vi aspetto per visitare il resto del paese e non fermarvi solo a nosy be

    Poveryinviaggio · Aprile 22, 2020 alle 10:37 am

    Grazie mille 🙂 spero ti sia piaciuto il mio articolo.

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